Lucida di fragili essenze, di insolite danze, di oro di stento e d'argento. Semina bene poi cogli, allevia i germogli del peso del vivere belli. Passa ora il primo dei treni, sistemati i seni, e i capelli ora sciogli nel tempo. Tingi una pietra di rosa poi vesti da sposa aspettando seduta un suo "se". Ferma dove cade l'aurora forse t'ami da sola. Senza padri ne fiori ne re. Lasciati una stanza nel cuore dove l'acqua non sale mai e poi muori la dove vento non è. Madri di grembi piangenti, di pianti pesanti, han perso del fuoco gli accenti. Paesaggi, campi e borghesi di allori mai spesi nell'ora dell'ozio ben stesi. Sospira ancora alle stelle, poi vesti le belle. Prepara carrozze e vestiti. Togli la mano dal cuore, rinuncia la pudore Rimangiati tutti gli dei. Ferma dove cade l'aurora forse t'ami da sola. Senza padri ne fiori ne re. Lasciati una stanza nel cuore dove l'acqua non sale mai e poi muori la dove vento non è. Sgocciale le ali sicure e tra mille paure ritrova una voce intonata. Cadi da letto di spine e tra spade e regine aspetta silente la fine di un "se". La fine di un "se" La fine di un "se" La fine di un "se"