L’ipnotista si muove sotto un cielo fumoso Fra I rumori del circo con I suoi baracconi Dal suo nero cappello obliquo come l’inferno Estrae un gigante dormiente e dice all’improvviso Questa, la mia grande intuizione, un uomo asservito ad un solo padrone Sveglio dal suo sonno perenne predice il futuro osservando le stelle Ma le stelle da sfondo in quella notte di sangue Fecero a misfatti ignobili ed indegni del mondo Brancolando nel buio come un lupo disperso Il suo servo s’aggirava mentre tutt’attorno Lento si muoveva il vento, la notte premeva con violenza sull’alba Il dottore dallo strano cappello suonava un harmonium sfiatato dal tempo Caligari, e le sue ombre perverse e strane Il suo inferno nel mio profondo Corrode l’anima dentro il sogno E dentro me Caligari, su pareti imbottite il sangue Rosso di ferite senza voce Di anime senza redenzione Come te