Susanna Parigi

Una Stagione All'inferno

Susanna Parigi


Una Stagione All'inferno

I sassi, la carne e noi; 
i denti masticano vita 
e il flauto inganna 
la pace che si vergogna 
di noi cannibali di anime. 
Saliva che annaffia il senso 
e sesso ruffiano 
di natura che richiede 
carne sacrificale. 
Il male non arriva 
da destra o dagli altri, 
è rituale, 
è nota tenuta a mente 
dalle puttane indegne. 
Sta tra la pelle e l'osso, 
dentro di me nascosto, 
nel danno e nel bisogno, 
nella scadenza ingiusta 
di ogni corpo. 
Forse l'inferno è questo 
è qui la pena dei dannati. 
Di questo errato mondo 
angeli siamo incatenati 
nel disonore e pianto. 
Stagione all'inferno e in me 
sorelle avrò 
vergini ombre. 
Sordi tamburi che 
fuori di me 
chiamano guerre. 
Fiori, gioielli e sangue, 
reliquie di sante in cattedrali, 
dove risuona a ruota 
il riso dell'idiota. 
E dalle stelle al fondo, 
dentro il più bel ricordo, 
nel cuore del rimorso, 
sta l'illusione ingiusta 
di ogni sogno