Per l'esposizione di Roma del 1942 tutti gli artisti sono scritturati nei vari padiglioni. Siccome io appartengo al cosidetto reparto Arte Varia, ed avendo gironzolato e gironzolando sempre per il mondo, ho avuto una missione speciale, cioè a dire, io dovrò cantare in genere nei padiglioni stranieri ed in particolare in quelli estremo-orientali. Però la commissione degli impresari mi ha dato questo avvertimento, mi ha detto: "Spadaro, quando voi canterete nei padiglioni orientali, cantate pure canzoni orientali, ma confermate sempre uno stile romano. Siamo a Roma e devono capir tutti" "Giustissimo, adesso sto preparando il repertorio. Se per esempio un giorno riceverò il biglietto di servizio per il padiglione cinese, io ho preparato una canzoncina cinese con una leggera tintarella romana. Eccola quà" Questa storiellina è cinese, è successa proprio a Pechin tra una Musmè tanto cortese ed un Mandarino, Mandarino. Si chiamava "Ali Mort" e lei rispondeva al nome "Chi Senè", si vedevan spesso, amici miei, e un bel dì lüi disse "Ascolta me". "Ali Mort, Ali Mort, chi ti parla è Ali Mort". "Taci, taci, taci", lei rispodeva, "il tuo amor mi confonde". "Io con te, sono un Re, credi cara Chi Senè, freme, freme, freme, il mio cuor per te". Furon visti un giorno per Shangai dal cugino, il trence Che Tepò, alla coppia dette molti guai quel fatale incontro, tale incontro. Disse lui: "Chi sei tu, uomo o pollo?" Lui rispose: "Sono un Mandarin, ma piuttosto tu chi sei, o geloso!" Disse lui: "Sono il cugin". "Io sono Che Tepò, Che Tepò, chi ti parla è Che Tepò. Fino a quando deve arrivar verso me la tua gran confidenza?" "Chi Senè, credi a me io solo amo te, sol te". Ali Mort a quella scio.. Chi Senè, fre.. e mette il piè.