Lunge da lei per me non v’ha diletto! Volaron già tre lune Dacché la mia Violetta Agi per me lasciò, dovizie, onori E le pompose feste Ove, agli omaggi avvezza Vedea schiavo ciascun di sua bellezza Ed or contenta in questi ameni luoghi Tutto scorda per me. Qui presso a lei Io rinascer mi sento E dal soffio d’amor rigenerato Scordo ne’ gaudi suoi tutto il passato De’ miei bollenti spiriti Il giovanile ardore Ella temprò col placido Sorriso dell’amore! Dal dì che disse: vivere Io voglio a te fedel Dell’universo immemore Io vivo quasi in ciel Annina, donde vieni? Da Parigi Chi tel commise? Fu la mia signora Perché? Per alienar cavalli; cocchi e quanto ancor possiede Che mai sento? Lo spendio è grande a viver qui solinghi E tacevi? Mi fu il silenzio imposto Imposto? Or v’abbisogna? Mille luigi Or vanne… Andrò a Parigi Questo colloquio ignori la signora Il tutto valgo a riparare ancora Va! Va!