Francesco De Gregori

Signora Aquilone

Francesco De Gregori


C'era una donna, l'unica che ho avuto, 
aveva i seni piccoli e il cuore muto, 
nè in cielo, nè in terra, una casa possedeva, 
sotto un albero verde dolcemente viveva, 
sotto un albero verde dolcemente viveva. 
Legato ai suoi fianchi con un filo d'argento, 
un vecchio aquilone la portava nel vento 
e lei lo seguiva senza fare domande 
perchè il vento era amico e il cielo era grande, 
perchè il vento era amico ed il cielo era grande. 

Io le dissi ridendo "Ma Signora Aquilone 
non le sembra un pò idiota questa sua occupazione?". 
Lei mi prese la mano e mi disse "Chissà, 
forse in fondo a quel filo c'è la mia libertà, 
forse in fondo a quel filo c'è la mia libertà". 

E così me ne andai che ero un poco più saggio 
con tre soldi di dubbio e due di coraggio 
e incontrai un ubriacone travestito da santo 
che ogni sera si ubriacava bevendo il proprio pianto, 
che ogni sera si ubriacava bevendo il proprio pianto. 
E mi feci vicino e gli chiesi perdono 
ma volevo sapere se il suo pianto era buono. 
Lui mi disse "Fratello, è antico come Dio, 
ma è più dolce del vino perchè l'ho fatto io, 
ma è più dolce del vino perchè l'ho fatto io". 

E prima che le stelle diventassero lacrime 
e prima che le lacrime diventassero stelle 
ho scritto canzoni per tutti i dolori 
e forse questa qui non è delle migliori, e forse 
questa qui non è delle migliori.