E io che ancora mi innamoro come uno scemo perché l'innamorarsi è uno specifico dell'uomo spudorato mi accosto all'incerto dei tuoi richiami sono io che deliro e tu che ami. Non so dove ora tu sia giunta cara indimenticabile Maria che all'inizio degli anni Settanta conoscesti la rabbia e l'ironia. Avevi il dono assai inconsueto di ridere persino del tuo mito e l'intuizione di una strana fede per cui una cosa è vera soltanto quando non ci si crede. Perché per credere davvero bisogna spesso andarsene lontano e ridere di noi come da un aeroplano. Se tu fossi davvero esistita cara indimenticabile Maria fin da allora potevo imparare a congiungere il vero e la bugia. E nelle notti massacranti riempite di parole intelligenti e nell'angoscia della vita ho in mente ancore l'eco della tua risata. Perché per vivere davvero bisogna spesso andarsene lontano e ridere di noi come da un aeroplano. Forse sei solo un'ipotesi di donna forse sono esagerati i sentimenti e i mille spunti che mi dài se è vero che si tratta di una Maria che non conobbi mai. Ma so che a me piace pensarti cara indimenticabile Maria come fossi davvero esistita col tuo gusto di amare e andare via. Perché persino nell'amore nell'eccellenza del soffrire nella violenza di una litigata eri così coinvolta e così distaccata. Perché per credere all'amore davvero bisogna spesso andarsene lontano e ridere di noi come da un aeroplano. E che la logica assurda del tempo questo tempo che tutto porta via riesca almeno a salvare il tuo nome Maria.