Giorgio Gaber

Ipotesi per una Maria

Giorgio Gaber


E io che ancora mi innamoro come uno scemo 
perché l'innamorarsi è uno specifico dell'uomo 
spudorato mi accosto all'incerto dei tuoi richiami 
sono io che deliro e tu che ami. 

Non so dove ora tu sia giunta 
cara indimenticabile Maria 
che all'inizio degli anni Settanta 
conoscesti la rabbia e l'ironia. 
Avevi il dono assai inconsueto 
di ridere persino del tuo mito 
e l'intuizione di una strana fede 
per cui una cosa è vera soltanto 
quando non ci si crede. 

Perché per credere davvero 
bisogna spesso andarsene lontano 
e ridere di noi come da un aeroplano. 

Se tu fossi davvero esistita 
cara indimenticabile Maria 
fin da allora potevo imparare 
a congiungere il vero e la bugia. 
E nelle notti massacranti 
riempite di parole intelligenti 
e nell'angoscia della vita 
ho in mente ancore l'eco 
della tua risata. 

Perché per vivere davvero 
bisogna spesso andarsene lontano 
e ridere di noi come da un aeroplano. 

Forse sei solo un'ipotesi di donna 
forse sono esagerati i sentimenti 
e i mille spunti che mi dài 
se è vero che si tratta 
di una Maria che non conobbi mai. 

Ma so che a me piace pensarti 
cara indimenticabile Maria 
come fossi davvero esistita 
col tuo gusto di amare e andare via. 
Perché persino nell'amore 
nell'eccellenza del soffrire 
nella violenza di una litigata 
eri così coinvolta 
e così distaccata. 

Perché per credere all'amore davvero 
bisogna spesso andarsene lontano 
e ridere di noi come da un aeroplano. 

E che la logica assurda del tempo 
questo tempo che tutto porta via 
riesca almeno a salvare il tuo nome 
Maria.