Giorgio Gaber

Un'emozione

Giorgio Gaber


Io non appartengo a niente, figuriamoci all'amore 
il mio amore è solamente quello che ti do. 
A volte cresce il mio bisogno d'inventare 
ma come faccio a tirar fuori quello che non ho? 

Un'emozione non so che cosa sia 
ma ho imparato che va buttata via. 
Dolce prudenza, ti prego, resta ancora con me 
da tanto tempo non soffro grazie a te. 

Un'emozione, lo so, esiste ancora 
ma ho imparato che può non esser vera. 
Un'emozione sicura che sia dentro di noi 
per ritrovarsi e crescere con lei. 

Una mano, una mano di donna appoggiata sul viso. 
Il mio viso è fermo, la pelle di una mano 
con dentro piccole vene intrecciate 
la mano lunga, bianca della donna che amo. 

La bocca, la bocca si fa più vicina per un contatto 
controllo il gesto ed ora siamo sul letto. 
Una spallina che cade da sola 
e nel silenzio solo i nostri corpi in contatto. 

La mia mano, meccanica, con gesti un po' studiati 
si muove più in fretta, ed ora siamo attaccati. 
Si è stabilita un'intesa perfetta. 
Controllo il mio corpo e studio l'entusiasmo, l'amore, l'orgasmo. 
L'orgasmo. 

Un'emozione non so che cosa sia 
ma ho imparato che va buttata via. 
Dolce prudenza, ti prego, resta ancora con me 
da tanto tempo non soffro grazie a te.