Marco Ferradini

C'era una volta l'America

Marco Ferradini


Ho conosciuto l'America 
nei film che davano al cinema, 
all'oratorio, domenica nel '63. 
Quanto ho sognato l'America, 
rapito dalla sua musica 
soffiando dentro un'armonica, 
inventando un blues. 
Poi sulla cinquecento col tetto aperto, 
capelli al vento, 
si andava al mare e ci sembrava 
di essere sopra una Cadillac; 
e un mangiadischi gracchiava 
il successo del momento, 
e si cantava in finto inglese 
"Rock around the clock". 

Kennedy e Martin Luter King 
per noi era quella l'America, 
il cielo oltre l'Atlantico 
"Blowing in the wind". 
Al parco Lambro come a Woodstock, 
c'era il "Re Nudo Festival Rock" 
tre giorni di fumo e musica 
come nella West Coast; 
e ci sembrava d'essere 
i personaggi di un libro di Kerouac, 
bevendo whisky come Bukowsky 
ci sentivamo in America 
e quante volte ho visto Easy Ryder, 
su quella moto li c'ero anch'io 
il laureato con Dustin Hoffman 
mi sentivo io. 

C'era una volta l'America, 
C'era una volta l'America, 
C'era una volta l'America 
e adesso non c'è più. 

Non mi è piaciuta l'America 
quando bombardava il Vietnam 
o quando soffocava 
la libertà giù nel sud America; 
l'America è un sogno, 
un'invenzione, una necessità 
non si può stare senza sognare, 
senza America. 

Com'era bella l'America, 
quando la vedevo al cinema 
all'oratorio domenica 
mangiando chewing-gum. 
C'era una volta l'America, 
un mondo chiamato America, 
giusto o sbagliato era America 
che adesso non c'è più, 
che non vedo più, 
che non trovo più, 
che non sento più.