Daniele Silvestri

Caro Architetto

Daniele Silvestri


Di gomme bruciate fuma la foschia
Sulle torri di zolfo allucinogeno
È la sera poggiata alla ringhiera
Col culo all'alluminio

Rosa sul balcone ai viali della circonvallazione
Alle insegne rosse delle lacche del giappone
Ma nella fabbrica intreccia colori di francia
L'oro di bambini reali nel disegno che avanza

Rosa di fiori finti ha una trama da ordire
Nel vino ha un orgoglio dal quale guarire
In svizzera si sente sola e quando mi vede
Poggia le chiome sul mio petto
E resta così per un po'
Quanti castelli caduti negli arazzi di rosa
Ripudiata dal padre cacciata qui per un primo
Amore quando tra i ciclamini in una felceta
Si gettò sulla pelle dorata
Di uno sfregiato analfabeta

Rosa romantica da un lato mistica
Come una chiesa dall'altro nel pigiama di flanella
Io in rivolta suo cugino
La vengo a cercare quassù come un pellegrino

Sul sonno la lana si appiana distesa
Come un vigneto assopito
In discesa tra gli sterpi fumati
In tempo di guerra dal padre
L'orologio suona quattro ore
Rosa si sveglia sul più bello
La fabbrica è avida di espiazione e flagello

Rosa di fiori finti ha una trama da ordire...