Alla fine del cinema muto si riempirono le osterie di vecchi attori poco fonogenici e dalle tante malinconie, che guardavano il cielo lunatici come dovesse cadere giù, ripensando a quel silenzio magico, quel silenzio che non c'era più, e ai rumori del mondo, antipatici, dispettosi alzavano il bicchiere, e i più romantici svillaneggiavano mostrando il sedere... Alla fine del cinema muto sulle panchine dei grandi viali, quei vecchi attori bestemmiavano al troppo sole che ha il potere di bruciare le ali, e si perdevano in discorsi accademici sulla storia e il suo occhio di lince, per capire se è vero che chi perde ha torto e che ha sempre ragione chi vince, poi a sera rivestiti da maschere, si accontentavano di illuminare il buio delle sale che non riuscivano a dimenticare... Anche noi alziamo spesso il gomito rifugiati dentro ad un'osteria per una strana voglia di nasconderci e rimeditare la filosofia, e dentro al cielo vediamo risplendere un idolo d'oro al posto del sole un nuovo dio che non riusciamo a comprendere nè a descrivere con le parole, un dio moderno che tutti adorano e che regala vuoti di memoria, un dio impaziente e annoiato, che sembra stanco della nostra storia... Anche noi abitiamo in un cinema e siamo in bilico ad ogni minuto tra la gloria, il successo, un amore frenetico e il ricordo del cinema muto, e dalle panchine vediamo passare delle folle accaldate di gioia per il futuro mondo fantascientifico e il suo meccanismo che distrugge la noia, e il corteo è annunciato da angeli che buttan fiato dentro a una tromba - questo futuro - si dice - ci farà l'effetto di una bomba...-