Vinicio Capossela

L'Accolita Dei Rancorosi

Vinicio Capossela


Camminan di bolina 
al freddo di prima mattina 
legnosi nei pastrani 
come talpe dentro 
brache di fustagno 

occhi crepati, vene aguzze 
maculati 
denti neri di tabacco 
barbe di setola e allumina 
anche l'alba che li coglie 
livida di bardolino 
porta rispetto e fa un inchino 

Accolita di rancorosi 
settimini cuspidi e tignosi 
persi nella vita 
come dentro una corrida 
intrappolati 
tra melassa e baraonda 

Accolita di rancorosi 
gelosi, avvelenati, sospettosi 
incazzosi dentro casa 
compagnoni fuori in strada 
ci intendiam solo tra noi! 
ringhiosi che rimangon sempre soli 
gli ingrati se ne vanno 
noi restiamo e ci teniamo la ragione 

La baraonda s'alza allegra come l'onda 
e tutto sprofonda 
nel nettare del vin brulè 
alla morte fan la corte 
ebbri di guai 
inguaiati dalle femmine 
inchiodati sulla croce 
e ruggiscon di Rancor 

RANCOR 
RANCOR 

Musso, Musso 
liscio e busso 
passa appresso 
carica a bastoni 
cala l'asso 
piglia, strozzo 
smazza il mazzo Cavallaro 
fuman trinciato forte 
Joe Zarlingo fa le carte 
bestemmia in mezzo ai denti 
tira a fottere i compari 
bastardi si deridono tra loro 
cirrotici, diabetici 
nemici dei dottori 
sputan sulla terra 
dove andranno sottoterra 

accolita di rancorosi 
settimini cuspidi e tignosi 
persi nelle vita 
come dentro una corrida 
intrappolati tra melassa e baraonda 

Accolita di rancorosi 
camerati ruvidi e grinzosi 
accaniti nel lavoro 
sparagnini con la prole, 
spendaccioni con le troie 
demoni rapaci 
sputan sulla terra 
dove andranno sottoterra!!!