Si può? si può Signore! signori! Seusatemi se da sol mi presento Io sono il prologo : Poichè in iscena ancor Le antiche maschere mette l'autore; In parte ei vuol riprendere le vecchie usanze, E a voi di nuovo inviami. Ma non per dirvi come pria : >>le lacrime che noi versiam son false! Degli spasimi e de' nostri martir Non allarmatevi!<< No! no. l'autore ha cercato invece Pingeryi a non squarcio di vita. Egli ha per massima sol che l'artista è um uom E che per gli uomini scrivere ei deve. Ed al vero ispiravasi. Un nido di memorrie In fondo a l'anima cantava un giorno, Ed ei con vere lacrime scrisse, E i singhiozzi il tempo gli battevano! Dunque, vedrete amar Sì come s'amano gli esseri umani; Vedrete de l'odio i tristi frutti. Del dolor gli spasimi, Urli di rabbia, udrete, E risa einiche! E voi, piuttosto che Le nostre povere gabbane d'istroni, Le nostr'anima considerate, Poichè siam uomini di carne e d'ossa, E che di quest'orfano mondo Al pari di voi spiriamo l'aere! Il concetto vi dissi... Or ascoltate com'egli è svolto. Andiam. incominciate!