Siamo la ciurma anemica d’una galera infame su cui ratta la morte miete per lenta fame. Mai orizzonti limpidi schiude la nostra aurora e sulla tolda squallida urla la scolta ognora. I nostri dì si involano fra fetide carene siam magri smunti schiavi stretti in ferro catene. Sorge sul mar la luna ruotan le stelle in cielo ma sulle nostre luci steso è un funereo velo. Torme di schiavi adusti chini a gemer sul remo spezziam queste catene o chini a remar morremo! Cos’è gementi schiavi questo remar remare? Meglio morir tra i flutti sul biancheggiar del mare. Remiam finché la nave si schianti sui frangenti alte le rossonere fra il sibilar dei venti! E sia pietosa coltrice l’onda spumosa e ria ma sorga un dì sui martiri il sol dell’anarchia. Su schiavi all’armi all’armi! L’onda gorgoglia e sale tuoni baleni e fulmini sul galeon fatale. Su schiavi all’armi all’armi! Pugnam col braccio forte! Giuriam giuriam giustizia! O libertà o morte! Giuriam giuriam giustizia! O libertà o morte!