Enrico Ruggeri

L'istrione

Enrico Ruggeri


Io sono un istrione
Ma la genialità è nata insieme a me
Nel teatro che vuoi
Dove un altro cadrà io mi surclasserò.
Io sono un istrione
Ma la teatralità scorre dentro di me
Quattro tavole in croce
E qualche spettatore
Chi sono lo vedrai.
Lo vedrai.
In una stanza di tre muri
Tengo il pubblico con me
Sull'orlo di un abisso oscuro
Col mio trac e coi miei tic.
E la commedia brillerà
Del fuoco sacro acceso in me
E parlo e piango e riderò
Del personaggio che vivrò.
Perdonatemi se con nessuno di voi
Non ho niente in comune
Io sono un istrione
A cui la scena dà
La giusta dimensione.
La vita torna in me
Ad ogni eco di scena che io sentirò
E ancora morirò
Di gioia e di paura
Quando il sipario sale
Paura che potrò non ricordare più
La parte che so già
Poi quando tocca a me
Puntuale sono là
Nel sogno sempre uguale.
Uguale.
Io sono un istrione
Ed ho scelto oramai
La vita che farò
Procuratemi voi sei repliche in città
E un successo farò.
Io sono un istrione e l'arte,
L'arte sola è la vita per me
Se mi date un teatro
E un ruolo adatto a me
Il genio si vedrà.
Si vedrà.
Con il mio viso ben truccato
Con la maschera che ho
Sono enfatico e discreto
Versi e prosa vi dirò.
Con tenerezza o con furore
E mentre agli altri mentirò
Fino a che sembri verità
Fino a che io ci crederò.
Non è per vanità
Quel che valgo lo so
E ad essere sincero
Solo un vero istrione
È grande come me
Ed io ne sono fiero.
Ed io ne sono fiero