Tutta la storia romana vicina e lontana, mi par di sognar. E fra i ruderi che son li da millenni, la notte e il dì mi rimetto a fantasticare così. Alle Terme di Caracalla i romani giocavano a palla, dopo il bagno verso le tre chi la tira a me, chi la tira a te, o con le mani o coi piè. Alle Terme di Caracalla forse i pesci venivano a galla, ogni notte verso le tre chi la tira a me, chi la tira a te, poi si pescavan da se. Poi ripenso agli Orazi e Curiazi, ai guerrieri che non ci son più, a Poppea, a Nerone, ai Patrizi, ma non so caricar la TV. Alle Terme di Caracalla i romani giocavano a palla, dopo il bagno verso le tre chi la tira a me, chi la tira a te, e poi gridavan: Olè! Dopo il bagno verso le tre chi la tira a me, chi la tira a te. Ogni notte verso le tre chi la tira a me, chi la tira a te. Oggigiorno però Caracalla: "Una furtiva lacrima" nella notte si sente cantar. "Una voce poco fa" come un eco risponde alla folla. "Chi mi prega in tal momento" Caracalla si mette a gridar. Alle Terme di Caracalla, alla notte la luna è già bella, al ritorno cantiamo insiem caro, caro ben, caro, caro ben, sempre felici sarem. Sempre felici sarem. Olè!