Samuele Bersani

Il Bombarolo

Samuele Bersani


Chi va dicendo in giro che odio il mio lavoro
non sa con quanto amore mi dedico al tritolo,
è quasi indipendente, ancora poche ore
poi gli darò la voce, il detonatore
Il mio Pinocchio fragile parente artigianale
di ordigni costruiti su scala industriale
di me non farà mai un cavaliere del lavoro,
io son d'un'altra razza, son bombarolo
Nel scendere le scale ci metto più attenzione,
sarebbe imperdonabile giustiziarmi sul portone
proprio nel giorno in cui la decisione è mia
sulla condanna a morte o l'amnistia
Per strada tante facce non hanno un bel colore,
qui chi non terrorizza si ammala di terrore,
c'è chi aspetta la pioggia per non piangere da solo,
io son d'un altro avviso, son bombarolo
Intellettuali d'oggi, idioti di domani
ridatemi il cervello che basta alle mie mani,
profeti molto acrobati della rivoluzione
oggi farò da me senza lezione.
Vi scoverò i nemici per voi così distanti
e dopo averli uccisi sarò fra i latitanti
ma finché li cerco io i latitanti sono loro,
ho scelto un'altra scuola, son bombarolo
Potere troppe volte delegato ad altre mani,
sganciato e restituitoci dai tuoi aeroplani,
io vengo a restituirti un po' del tuo terrore
del tuo disordine, del tuo rumore
Così pensava forte un trentenne disperato,
se non del tutto giusto quasi niente sbagliato,
cercando il luogo idoneo adatto al suo tritolo,
insomma il posto degno d'un bombarolo
C'è chi lo vide ridere davanti al Parlamento
aspettando l'esplosione che provasse il suo talento,
c'è chi lo vide piangere un torrente di vocali
vedendo esplodere un chiosco di giornali.
Ma ciò che lo ferì profondamente nell'orgoglio
fu l'immagine di lei che si sporgeva da ogni foglio
lontana dal ridicolo in cui lo lasciò solo,
ma in prima pagina col bombarolo.