Edoardo Bennato

Io Che Non Sono L'Imperatore

Edoardo Bennato


Io che non sono l'imperatore 
io che non scendo a patti con te 
io che fui espulso da tutte le scuole 
pretendo il meglio di quello che c'è 

La posta in gioco non vale la pena 
ho fatto i conti e non tornano mai 
ho fatto pure la prova del nove 
e intanto nuoto in un mare di guai 

I conti in banca li ho fatti saltare 
tutti in soffitta a pregare per tre 
chi ha visto il piano regolatore 
ha detto: bravo!, ma ride di me 

Sperequazioni e intrallazzi privati 
io sono il primo col pollice in giù 
ma chi mi dice che è tutta una scena 
e poi son quello che imbroglia di più. 

Chi mi assicura che ha un dato momento 
scendo dal treno e ti dico di no 
muovo gli scacchi a seconda del vento 
non in funzione di quello che so 

I capotasti li ho tutti provati 
il tempo toglie più quello che da 
sono a tre quarti e ho l'acqua alla gola 
quell'altro quarto chi sa che sarà 

Quell'altro quarto mi spacca la mente 
un razzo bianco: son meglio di noi 
fanno paura ai preti e alla gente 
scappa al segnale, scappa, più forte che puoi 

Son sicuro che c'era qualcuno 
ho fatto carte false per te 
ho già tentato anche un colpo di mano 
però qui il motto è: ognuno per sè 

A cosa serve un amico pompiere 
di punto in bianco mi parli col tu 
hai visto giusto era un vecchio marpione 
salamelecchi, ma niente di più 

Meglio lavarsi con l'acqua salata 
se non ti basta l'affetto che hai 
se i presupposti da cui sei partito 
sono crollati per quello che fai 

Se fossi certo del libero arbitrio 
se fosse inverno e lei stesse già qui 
se gli altri in coro facessero scudo 
eviterei di parlare così. 

Se mi arrabatto a parlare latino 
non è questione di ingenuità 
non sono certo che porti fortuna 
non sono certo ma tanto che fa 

Tanto il concetto non cambia colori 
tanto il postino direbbe di no 
e se bastasse soltanto una vita 
sarei a cavallo per quello che ho.