Ci correvano le strade sotto i piedi addosso correvano minuti interminabili nei pomeriggi dai volti distesi. Rinchiudersi era un gioco, allora non sembrava male, non c'era affanno nell'attraversare fiumi, rinchiudersi era il gioco del non è importante vincere anche se perderci non era più cosa per noi. E staccavamo i passi dalle vie della realtà, inutile spiegare quei motivi cosi' futili di dipendenza-vizio e adesso dico nel bisogno di essere diversi e compromettersi a ogni costo. Ci parlavamo parole calme e rosse, nervose,a volte urlavano le nostre gole nei pomeriggi dai volti distesi. Effimeri erano il senso d'odio e di scorretto, di inutile non avevamo forse idea, effimero era il sogno che portava avanti l'armonia di note giovani ancora spugne ad assorbire.